In che misura limpubere è tenuto a rispondere per il compimento di fatti illeciti? Si tratta di un interrogativo che si pone spesso nella riflessione giuridica attuale, ma che si presenta in termini per certi versi simili anche in epoca antica, caratterizzandosi oggi come allora per profili di grande problematicità. Da un soggetto in crescita lordinamento pretende infatti gradi sempre crescenti di consapevolezza nellagire, valutando diversamente, dalla nascita alla pubertà, latteggiarsi della volontà ai fini dellimputazione dellillecito al suo autore, e ciò anche in ragione della natura del reato commesso. Attraverso lesame delle fonti, non particolarmente numerose in argomento, ci si propone di offrire un quadro evolutivo delle regole e dei principi che, nel periodo che va dallepoca arcaica a quella tardoclassica, disciplinano limputabilità del soggetto che non abbia ancora raggiunto la pubertà.
Mariateresa Carbone è professore associato presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia dellUniversità Magna Græcia di Catanzaro, dove insegna Diritto Romano, Fondamenti romanistici del Diritto europeo ed Epigrafia e Papirologia giuridica. È autrice di monografie e di vari contributi, su volumi e riviste di rilevanza nazionale e internazionale, dedicati soprattutto a tematiche riguardanti il diritto privato romano e, in particolare, i contratti e le persone.